Quali sono le sfide che attendono i “Servicer NPL” all’epoca del “Coronavirus” e quali le prospettive dell’NPL Management nel prossimo futuro?
Lo abbiamo chiesto all’Avv. Francesco Primavera, NPL-Manager in doValue S.p.A.
Come sta impattando l’emergenza sanitaria sull’operatività dei Servicer?
L’emergenza coronavirus ha accelerato l’adozione, da parte delle aziende, delle misure di “lavoro agile” e di conseguenza un cambiamento strutturale che in alcune società era stato già avviato. Con l’obiettivo primario di salvaguardare la salute dei dipendenti, doValue ha posto in essere in modo proattivo tutte le misure di prevenzione e gestione della situazione emergenziale legata all’epidemia di Coronavirus indicate dai Decreti governativi e dalle autorità sanitarie. La piena operatività del nostro Gruppo è stata e continua ad essere assicurata dalla efficace applicazione di modalità di lavoro in remoto, che ha permesso di limitare, dal primo giorno, l’impatto negativo delle misure di contenimento dell’epidemia. Le misure indicate dai Decreti governativi e dalle Autorità sanitarie, messe in atto a partire da marzo scorso, hanno comunque causato l’interruzione di importanti servizi necessari allo svolgimento delle attività di servicing di crediti e asset real estate, tra cui principalmente i tribunali e i servizi a supporto delle operazioni immobiliari.
Qual è l’esigenza più avvertita dagli operatori?
Senza dubbio è il tema del Cash in Court, ovvero di tutte le somme giacenti nelle procedure esecutive e concorsuali derivanti dalla vendita degli attivi delle procedure stesse. Si stima che nelle casse dei Tribunali siano depositate somme per circa 8-10 miliardi di Euro, importi che distribuiti ai creditori rappresenterebbero un’iniezione di liquidità per il mercato eguagliabile agli effetti di una piccola manovra Finanziaria correttiva.
Quale, invece, la principale criticità?
L’emergenza sanitaria ha provocato nel periodo un sensibile rallentamento e in alcuni casi l’interruzione dell’attività economica e commerciale in molteplici settori. Ad oggi persistono condizioni di turbolenza dei mercati, che amplificano il livello di incertezza delle stime circa le possibili evoluzioni in termini di impatto economico derivanti dalla diffusione del coronavirus, nel mondo, in Europa ed in Italia. E’ evidente pertanto che gli scenari macroeconomici di breve periodo saranno soggetti ad evoluzioni e dinamiche al momento non precisamente quantificabili.
I principali Servicer attivi nel nostro Paese hanno rivolto un appello ai Presidenti dei tribunali italiani per accelerare le procedure distributive. Come sta rispondendo il “Sistema Giustizia”?
Sta procedendo molto bene direi. L’esigenza del Cash in Court era una problematica già nota alla Magistratura specializzata e molti Tribunali hanno reagito positivamente con best practices finalizzate ad accelerare e semplificare la liquidazione delle somme a favore dei creditori. Vorrei sottolineare questo aspetto in particolare: i Servicer si sono fatti portatori di una necessità riguardante l’intero sistema Paese: tra i creditori infatti rientrano non solo banche e veicoli di cartolarizzazione ma anche privati, aziende e spesso lo Stato e l’INPS. Sarebbe pertanto opportuno continuare a procedere in questa direzione con forza e convinzione perché tanto è stato fatto ma c’è ancora molto da fare a beneficio dell’intero sistema finanziario.
Come giudica, in particolare, la norma “blocca procedure” sulle abitazioni principali dei debitori (art. 54 ter del d.l. “Cura Italia”)?
L’attuale situazione congiunturale legata agli effetti del Coronavirus impone da parte dello Stato una tutela garantista ai cittadini e alle fasce più deboli in una situazione di “stallo” senza precedenti. Ed è proprio in questa direzione che vanno le moratorie messe in atto per chi rischia di perdere la propria casa a seguito di una vendita coattiva. Tuttavia la recente crisi del sistema bancario che ha visto un aumento esponenziale dei Non Performing Loan ci ha dimostrato quanto sia necessario limitare la crescita delle sofferenze bancarie per rimettere in moto l’economia reale.
La “lezione-Covid19” può suggerire interventi strutturali in ottica di snellimento delle procedure di recupero del credito?
Qualsiasi avversità o situazione di crisi può sempre rappresentare un’opportunità per migliorare. Sarebbe utile semplificare e snellire gli adempimenti amministrativi e processuali nella fase distributiva delle procedure.
Una volta realizzato l’attivo immobiliare (e/o mobiliare) pagare in tempi celeri i creditori rappresenterebbe un vantaggio per tutti e, non dimentichiamolo, anche per il debitore che otterrebbe l’estinzione totale o parziale del suo debito tornando ad essere un soggetto attivo del sistema economico. Soprattutto nelle procedure concorsuali si nota nella prassi una particolare prudenza nelle ripartizioni dell’attivo differentemente dal dettato normativo: es. l’art 110 LF che obbligherebbe i curatori ad effettuare riparti parziali ogni quattro mesi.
Quali ulteriori interventi “governativi” auspica per la gestione della crisi, nel settore del recupero del credito?
Bisognerebbe guardare oltre l’emergenza e rendere sempre più efficiente il sistema giustizia in generale e il settore delle esecuzioni in particolare. Soprattutto sarebbe necessario rendere più performante il sistema delle aste immobiliari con interventi finalizzati a pubblicizzare con mezzi tecnologicamente moderni, gli immobili in asta; ad esempio con servizi fotografici e virtual tour professionali, in modo da assicurare una migliore accessibilità alle visite pre-asta. Sarebbe utile fornire garanzie all’aggiudicatario che, immediatamente dopo il saldo prezzo, avrà il decreto di trasferimento ed il possesso dell’immobile integro. Oggi chi partecipa all’asta attende mesi per diventare il formale proprietario e ancora di più per prendere il possesso del bene. Questo comporta un inevitabile calo del prezzo delle aste con conseguente svendita degli immobili: il ricavato non consentirà di estinguere integralmente il debito. Occorrerebbe riflettere con maggiore attenzione per esempio su alcuni recenti interventi normativi pre-crisi, se effettivamente utili al debitore. Mi riferisco per esempio all’abrogazione del diritto per il creditore di liberare gli immobili pignorati. Risulta infatti contraddittorio concedere due – tre mesi in più ad un debitore per utilizzare un immobile (magari dopo una procedura che dura tre o quattro anni) e causare così direttamente, per il meccanismo sopra esposto, una diminuzione del 30/40 % del valore commerciale dell’immobile stesso in asta, con la relativa ripercussione sul debito residuo che invece di diminuire, aumenterebbe.
Qual è e quale può essere il “peso” delle garanzie pubbliche nei portafogli NPL?
L’attuale situazione congiunturale legata agli effetti del Coronavirus, che non si prevede possa tradursi in mutamenti strutturali delle dinamiche di settore, impone un approccio cauto sull’andamento di breve periodo, in un contesto di limitata visibilità. E’ indubbio che l’attuale ridotta attività del sistema giudiziario e dei servizi di pubblica utilità in genere, insieme alle decisioni sulle moratorie, influenzerà i tempi di gestione delle pratiche e degli incassi.
Quale futuro per gli UTP? Il settore degli NPL ha saputo mutare “geneticamente” da anello debole dei bilanci bancari ad opportunità per “creare valore”. Pensa che la crisi possa anche aprire nuove prospettive di investimento?
Gli UTP – Unlikely-to-pay – saranno ovviamente un tema caldo nei prossimi mesi per i bilanci delle Banche. La traduzione italiana di “inadempienze probabili” evidenzia come siano crediti molto difficili da gestire, per i quali occorre una expertise specifica e spesso iniezioni ulteriori di liquidità, appunto ancora di più in questa fase di (post-) pandemia e di turbolenza economica. In mancanza di questi due elementi è ragionevole credere che nei prossimi anni si assisterà di nuovo ad una crescita degli NPL nei bilanci delle banche.
Il business model del nostro Gruppo è in grado di rispondere alle diverse fasi del ciclo economico con l’espansione degli asset in gestione o degli incassi, rispettivamente in fase di contrazione o espansione del ciclo stesso, in coerenza con la mission di supportare banche, investitori, aziende e privati in tutte le fasi della gestione del credito.
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