In tema di conto corrente bancario, una volta esclusa la validità di talune pattuizioni relative agli interessi a carico del correntista, e una volta stabilita l’esistenza di pratiche anatocistiche vietate, la rideterminazione del saldo del conto deve avvenire, in linea di principio, attraverso la produzione in giudizio dei relativi estratti a partire dalla data della sua apertura; ma, non trattandosi di prova legale esclusiva, all’individuazione del saldo finale possono concorrere anche altre prove documentali e anche gli argomenti di prova desunti dalla condotta processuale tenuta del medesimo correntista o dalla banca.
Questo è il principio espresso dalla Corte di Cassazione, Pres. Marulli – Rel. Terrusi con la ordinanza n. 9214 del 8 aprile 2024.
Nel caso di specie, una società conveniva in giudizio la banca con la quale aveva sottoscritto contratto di conto corrente bancario per vederla condannata alla restituzione di somme indebitamente percepite a causa dell’inclusione, nel contratto di conto corrente, di clausole contrattuali illegittime in punto di determinazione del tasso di interesse.
Il Tribunale accoglieva la domanda, perché la banca, dopo espresso ordine di esibizione, non aveva prodotto gli estratti conto mancanti, facendo venir meno la sequela di estratti conto fin dall’origine del rapporto necessaria per la ridefinizione del saldo.
La sentenza veniva impugnata in via principale dalla società e in via incidentale dalla banca.
Dopo che le due impugnazioni venivano respinte, la società proponeva allora ricorso in Cassazione sulla base di cinque motivi, mentre la banca replicava con controricorso e proponeva un motivo di ricorso incidentale condizionato.
Nel ricorso incidentale, la banca affermava che il giudice di appello aveva errato nell’affermare che ai fini del ricalcolo del saldo del conto corrente, sarebbe sempre necessaria – anche nell’azione del correntista – la continuità degli estratti a partire dal più antico prodotto in giudizio sino alla chiusura del rapporto.
Infatti, possono concorrere alla rideterminazione del saldo anche altre prove di tipo documentale o argomenti di prova desunti dal contegno delle parti in giudizio.
Sulla base di questi motivi, la Corte accoglieva il ricorso principale e rigettava l’incidentale, cassava l’impugnata sentenza in relazione ai motivi accolti e rinviava alla Corte d’Appello territorialmente competente.
Per ulteriori approfondimenti in materia si rinvia ai seguenti contributi pubblicati in Rivista:
PUÒ AGIRE IN GIUDIZIO PER FAR DICHIARARE LA NULLITÀ DEL TITOLO SU CUI SI BASA L’ADDEBITO ILLEGITTIMO SIN DALLA SUA ANNOTAZIONE
Ordinanza | Corte di Cassazione, Pres. De Chiara – Rel. Valentino 06/11/2023 | 06.11.2023 | n.30850
L’ESIBIZIONE EX ART. 210 C.P.C. NON PUÒ IN ALCUN CASO SUPPLIRE AL MANCATO ASSOLVIMENTO DELL’ONERE DELLA PROVA
Sentenza | Tribunale di Matera, Giudice Angelo Franco | 09.01.2023 | n.21
CIÒ IN QUANTO LA DOMANDA DI ACCERTAMENTO È STRUMENTALE ALL’ACCOGLIMENTO DELLA DOMANDA DI CONDANNA
Sentenza | Tribunale di Benevento, Giudice Onorario di Pace, Avv. Rosario Molino | 01.06.2023 | n.1242
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