Quando si parla di Sabatini si rievoca un’agevolazione storica con quasi 50 anni di vigenza, tra le più conosciute ed utilizzate in Italia (legge n.1329 del 1965). Tramite la Legge Sabatini, migliaia di piccole e medie imprese di ogni settore hanno acquistato beni strumentali a tasso agevolato, anche attraverso lo strumento della locazione finanziaria.
Seppur dopo varie “peripezie normative” il decreto beni strumentali (questo il reale nome dell’agevolazione), ma più comunemente conosciuta come Tecno Sabatini o Nuova sabatini, assume oggi le peculiarità della Sabatini del 1965 ovvero un valido strumento di aiuto per le piccole e medie imprese.
Istituita dal decreto-legge c.d. “del Fare” (art. 2 decreto-legge n. 69/2013), la tecno sabatini si rivolge alle micro piccole e medie imprese (PMI), operanti in tutti i settori produttivi, inclusi agricoltura e pesca, che realizzano investimenti, anche mediante operazioni di leasing finanziario, in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché investimenti in hardware, software e tecnologie digitali (c.d. beni ordinari).
Tale agevolazione prevede un contributo erogato dal Ministero dello sviluppo economico pari al 2,75%, su un piano convenzionale di ammortamento con rate semestrali costanti e della durata di 5 anni, di importo corrispondente al finanziamento.
Con la legge di bilancio 2016 la misura, prorogata fino al 31 dicembre 2018, è stata “rinnovata” per sostenere ulteriormente le imprese nel rinnovamento tecnologico.
Infatti, al fine di favorire la transizione del sistema produttivo alla manifattura digitale e incrementare l’innovazione e l’efficienza del sistema imprenditoriale, la legge di bilancio 2016 ha ammesso ai finanziamenti e ai contributi statali previsti dalla misura agevolativa della “Nuova Sabatini” gli investimenti realizzati dalle micro, piccole, e medie imprese per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica aventi come finalità la realizzazione di investimenti in tecnologie, compresi gli investimenti in big data, cloud computing, banda ultralarga, cybersecurity, robotica avanzata e meccatronica, realtà aumentata, manifattura 4D, Radio frequency identification (RFID) e i sistemi di tracciamento e pesatura dei rifiuti (c.d. beni 4.0).
Per tali tipologie di investimenti in tecnologie, il contributo statale in conto impianti è concesso con una maggiorazione del 30 percento rispetto alla misura massima stabilita dalla disciplina (articolo 2, commi 4 e 5 del D.L. n. 69/2013 e relative disposizioni attuative), fermo restando il rispetto delle intensità massime di aiuto previste dalla normativa europea applicabile in materia di aiuti di Stato.
In ragione di tale particolare attenzione in favore degli investimenti c.d. 4.0, le PMI beneficeranno di un contributo agevolativo maggiorato del 30%, pari quindi al 3.575% (anziché al 2.75%).
Ciò vuol dire che banche e intermediari finanziari potranno concedere un finanziamento, di durata massima di cinque anni, che nel caso di locazione finanziaria inizia dalla data di decorrenza del contratto, per l’acquisto di beni strumentali nuovi di fabbrica, a fronte del quale la micro PMI otterrà un contributo del 2,75% in caso di beni c.d. ordinari e del 3,575% nel caso di beni c.d. 4.0.
L’importo finanziabile dovrà essere compreso tra un mimino di euro 20 mila ed un massimo di euro 2 milioni di euro. Il costo ammesso nel caso di leasing finanziario è quello fatturato dal fornitore dei beni all’intermediario finanziario al netto d’IVA.
Il finanziamento in leasing finanziario potrà essere assistito, con priorità di accesso, dalla garanzia del “Fondo di garanzia per le PMI”, fino al massimo previsto dalla vigente normativa (80% dell’ammontare del finanziamento).
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