ISSN 2385-1376
Testo massima
Roma, Piazza di Montecitorio 31.05.2014
In occasione della prossima riforma della giustizia abbiamo intervistato l’Onorevole Michela Rostan, eletta alla Camera dei deputati nelle elezioni politiche del 2013.
I punti di maggiore criticità della Giustizia restano quelli del funzionamento del sistema giudiziario a causa dell’eccessivo carico di lavoro che affligge gli uffici giudiziari.
L’inefficienza della giustizia civile in Italia è uno dei fattori che condizionano la competitività e rallentano la capacità e la crescita delle imprese. L’irragionevole durata dei processi, determina enormi costi per cittadini e imprese scoraggiando di fatto gli investimenti nel nostro Paese.
L’Onorevole Rostan è componente della Commissione Giustizia a partire dal 14 marzo 2014.
Prima ancora che deputato, giovane avvocato, e pertanto ben consapevole degli innumerevoli difficoltà esistenti nelle aule di giustizia e nella cancellerie.
Abbiamo posto alcune semplici domande all’Onorevole Rostan sui provvedimenti urgenti da adottare
DA GIOVANE AVVOCATO, PRIMA ANCORA CHE DEPUTATO, QUALI TIPOLOGIE DI CRITICITÀ HA INCROCIATO DURANTE IL SUO PERCORSO PROFESSIONALE NELL’INTERFACCIARSI CON GLI UFFICI GIUDIZIARI?
Senza dubbio, una delle più serie difficoltà che ho avuto modo di incontrare è la insufficienza numerica del personale addetto alle Cancellerie ed ai vari Uffici Giudiziari. Ritengo che l’efficiente funzionamento degli Uffici che svolgono le attività propedeutiche a quelle dei Magistrati sia un elemento imprescindibile ed un obiettivo minimo da raggiungere in occasione della prossima riforma della giustizia. Non possiamo più presentarci agli Avvocati, con aule d’udienza ingestibili, segreterie affollate, uffici ingolfati ed incapaci di rilasciare atti e copie in tempi ragionevoli. Tutto questo rende più incerta la realizzazione dei diritti di cittadini, professionisti ed imprese e rende il nostro sistema meno competitivo ed appetibile anche dal punto di vista degli investimenti.
QUALI POTREBBERO ESSERE GLI ACCORGIMENTI ORGANIZZATIVI DA PREDISPORRE ALL’INTERNO DEGLI UFFICI GIUDIZIARI, PER LIMITARE IL PIÙ POSSIBILE I DISAGI DELL’UTENZA?
Informatizzazione, smaterializzazione, svecchiamento del personale e sua riqualificazione. Non ci sono bacchette magiche per migliorare la qualità di un comparto o di un servizio che negli ultimi anni è stato abbandonato a se stesso e colpito da tagli orizzontali. Non si può fare altro che pensare ad una revisione complessiva dell’organizzazione più che a singoli accorgimenti.
HA SENSO PARLARE DI “GIUSTIZIA” LADDOVE I PROCESSI POSSONO DURARE ANCHE ANNI RISPETTO ALLA DATA DI INIZIO DEGLI STESSI?
Assolutamente no. Ha senso parlare di un sistema giudiziario efficiente allorquando questo contiene in tempi ragionevoli la durata dei processi. Tanto in sede civile quanto in sede penale, dove l’esigenza di concentrazione dei tempi è ancor più sentita dalle parti in causa che spesso vedono messi in discussione propri diritti fondamentali, come la libertà personale. Ritengo, pertanto, che questo Parlamento dovrebbe lavorare da un lato per reperire maggiori risorse da destinare al comparto giustizia, aumentando le disponibilità necessarie a coprire l’assunzione di nuovi magistrati. Dall’altro, bisognerebbe contestualmente lavorare affinché le risorse già attualmente disponibili possano essere liberate dai capitoli di spesa legati alle funzioni di Cancelleria, informatizzando quest’ultime, e spostate – tali risorse – sui capitoli di spesa del personale impegnato in sede giudicante. Al tempo stesso, infine, non si può prescindere da una seria revisione del processo, che pure è già stato fortemente condizionato dall’introduzione della mediazione obbligatoria, sulla quale nutro fortissime perplessità, e dagli ultimi interventi normativi, che porti in ogni caso alla compressione dei tempi della fase istruttoria.
COME VALUTA LA POSSIBILITÀ DI SPINGERE AFFINCHÉ IL GOVERNO ACCELERI SULLA INFORMATIZZAZIONE E LA SMATERIALIZZAZIONE DEL PROCESSO SIA CIVILE CHE PENALE?
Credo sia l’unica vera via d’uscita alla quale tutte le parti in gioco, dal Governo, all’Avvocatura e passando per la Magistratura, dovrebbero protendere. Personalmente ho fortemente spinto affinché venisse ripristinato il funzionamento del servizio “giustizia map” disponibile sul sito del Ministero della Giustizia e questo per dare il senso di un impegno anche di carattere personale nell’interesse del settore. Ovviamente si può e si deve fare di più. Immagino che presto tutto il Paese e, dunque, non solo pochi Tribunali all’avanguardia, possano provvedere alla completa smaterializzazione del fascicolo, alla condivisione in rete degli atti di causa, della documentazione processuale, dei provvedimenti giudiziari. Non solo. Bisogna informatizzare il processo a 360° gradi, intervenendo sulle modalità di pagamento delle spese di giustizia, dei diritti per il rilascio delle copie, perfino dei compensi per i CTU e perché no, pensare di agevolare fiscalmente quei soggetti privati che più velocemente di altri si adeguano ad un sistema giudiziario informatizzato. Ritengo, ad esempio, ragionevole, che si possa procedere a creare un sistema telematico di notifica degli atti giudiziari, parallelo a quello attualmente previsto che si basa sul lavoro degli Ufficiali Giudiziari. Perchè, ad esempio, non incentivare, quanto meno nel campo dei rapporti giuridici intercorrenti fra imprese, l’ipotesi che le stesse, all’atto della stipula di un contratto, si impegnino a riconoscere reciprocamente la possibilità di notificare eventuali atti giudiziari per controversie scaturenti dalla applicazione di quel contratto, attraverso l’uso dei rispettivi indirizzi di posta elettronica certificata? Quanto risparmieremmo in termini economici, processuali e quanto ne guadagneremmo in credibilità ed abbreviazione dei tempi di notifica?
QUALI PROVVEDIMENTI RITIENE IMPROCRASTINABILI PER RIDARE SLANCIO E NUOVA CENTRALITÀ ALLA FIGURA PROFESSIONALE DELL’AVVOCATO?
L’Avvocato deve essere posto al centro della riforma della giustizia. E’ la figura dell’Avvocato che rappresenta il front – office del sistema giustizia, alla quale il cittadino si rivolge in prima istanza per cercare di concretizzare un proprio diritto. Non si può prescindere, dunque, da un’interlocuzione forte con una delle categorie più vessate negli ultimi anni. Il neo – Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, su questo punto ha invertito la rotta dei precedenti Governi, ripristinando un dialogo con le rappresentanze forensi e ponendo al centro di ogni provvedimento anche i bisogni professionali degli Avvocati oltre che quelli dell’utenza. Un tempo la figura dell’Avvocato era considerata perfino più prestigiosa di quella del Magistrato. Credo che il modo migliore per far si che la categoria forense possa nuovamente trovare centralità, sia quello di mettere l’Avvocato al servizio del Giudice e del “processo“. L’Avvocato, a mio avviso, deve poter svolgere una funzione adiuvante rispetto a quella del Magistrato, deve poter compiere direttamente una pluralità di attività senza necessità della mediazione del funzionario di Cancelleria o del Giudicante, deve essere, dunque, concepito come professionista che svolge un ruolo di garanzia non soltanto per la parte, ma per l’intera collettività. Attività di notifica, di estrazione copia ed attestazione di conformità, di predisposizione di atti intraprocessuali, di accertamento e di verifica, di tipo istruttorio, possono e devono a mio avviso essere compiuti direttamente dall’Avvocato. Questo, oltre a comportare un recupero di centralità del Professionista Legale nel processo, determinerebbe, a mio avviso, un’esaltazione della figura stessa dell’Avvocato ed un alleggerimento del sistema giudiziario.
CHE NE PENSA DELLA POSSIBILE SOPPRESSIONE DI ALCUNI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE STRATEGICI, COME BARRA, MARANO O ACERRA, E DELL’ASSEGNAZIONE DEI COMUNI DI CASORIA, CASAVATORE ED ARZANO AL TRIBUNALE DI NAPOLINORD?
Personalmente mi sto impegnando affinché il Giudice di Pace di Acerra e di Barra possono sfuggire alla soppressione. Ho chiesto la riapertura dei termini previsti dal testo di riforma della geografia giudiziaria, entro i quali i Comuni sono legittimati a formulare ex novo o sanare le istanze di conservazione degli Uffici. Per Napoli ho chiesto possa essere riservato un trattamento ad hoc per la sede di Barra, conservando la stessa quale Sede Distacca del Giudice di Pace di Via Foria. Ho motivato questa mia posizione sul fatto che sia il Comune di Napoli che il Comune di San Giorgio hanno chiesto di conservare gli Uffici ed al tempo stesso si sono impegnati a sostenerne i costi di gestione. La Caserma Garibaldi, inoltre, è a mio avviso inidonea ad ospitare tutta l’attività di Barra. In ogni caso ho depositato un’interrogazione ad Orlando chiedendo di riaprire questi termini e conservare Barra in quanto Sezione Distaccata di un Comune che è anche una Città Metropolitana. Per Casoria, Casavatore ed Arzano, ho chiesto una cosa molto semplice: inserire questi Comuni nel Circondario del Tribunale di Napoli e non in quello di Napoli Nord. Questo perchè si tratta di Comuni confinanti con Napoli, geograficamente e logisticamente collegati al Capoluogo la cui collocazione nel Circondario di Napoli Nord mi è parsa sin da subito quantomeno inappropriata. Vedremo.
Testo del provvedimento
SEGNALA UN PROVVEDIMENTO
COME TRASMETTERE UN PROVVEDIMENTONEWSLETTER - ISCRIZIONE GRATUITA ALLA MAILING LIST
ISCRIVITI ALLA MAILING LIST© Riproduzione riservata
NOTE OBBLIGATORIE per la citazione o riproduzione degli articoli e dei documenti pubblicati in Ex Parte Creditoris.
È consentito il solo link dal proprio sito alla pagina della rivista che contiene l'articolo di interesse.
È vietato che l'intero articolo, se non in sua parte (non superiore al decimo), sia copiato in altro sito; anche in caso di pubblicazione di un estratto parziale è sempre obbligatoria l'indicazione della fonte e l'inserimento di un link diretto alla pagina della rivista che contiene l'articolo.
Per la citazione in Libri, Riviste, Tesi di laurea, e ogni diversa pubblicazione, online o cartacea, di articoli (o estratti di articoli) pubblicati in questa rivista è obbligatoria l'indicazione della fonte, nel modo che segue:
Autore, Titolo, in Ex Parte Creditoris - www.expartecreditoris.it - ISSN: 2385-1376, anno
Numero Protocolo Interno : 332/2014